Tre nuovi arrivi al Centro di Recupero Animali Marini dell’Asinara
Tre nuovi arrivi sono stati registrati al Centro di Recupero Animali Marini dell’Asinara per il mese di febbraio. Gli esemplari di Caretta caretta sono stati accolti dal personale del CRAMA in seguito a segnalazioni pervenute dal Nord Sardegna e dalla Corsica.
Uno dei tre esemplari è stato preso in consegna grazie alla segnalazione dei pescatori del peschereccio Battelliere, i quali hanno rinvenuto la tartaruga nelle loro reti a strascico durante la loro attività di pesca nel Golfo dell’Asinara. L’esemplare, ribattezzato Lia dagli operatori, è ora ospitato in una delle vasche del centro e dalle prime analisi presenta uno stato di costipazione dovuto all’ingestione detriti e di materiale plastico.
Due sono invece le tartarughe recuperate in Corsica e conferite al personale del centro grazie alla collaborazione delle organizzazioni corse di recupero di animali marini.
Una delle due, Cathy, è stata rinvenuta a Ile Rousse in condizioni critiche. Purtroppo non è riuscita a sopravvivere nonostante il soccorso prestatole. L’esemplare presentava un forte stato di anemia e infezione, con aree emorragiche localizzate nella zona epatica.
Valentina, rinvenuta spiaggiata nella zona di Bonifacio, è invece ancora viva e vegeta nonostante grossi danni riportati alle pinne in seguito ad un evento di ammagliamento in una rete abbandonata. L’esemplare è stato rinvenuto con un arto anteriore amputato.
Un quarto esemplare di Caretta caretta è arrivato al centro a fine gennaio. Gigliola, questo è il suo nome, è stata chiamata così in seguito alla toponomastica della zona del suo ritrovamento: l’area di Punta Giglio, promontorio, questo, che si affaccia sulle acque dell’Area Marina Protetta dei Capo Caccia e Isola Piana. L’esemplare presenta grossi problemi di costipazione in seguito all’ingestione di detriti di probabile origine plastica. Nonostante una forte difficoltà ad ingerire cibo, Gigliola sta riprendendo a stento a nutrirsi.
Continua quindi l’importante lavoro di recupero portato avanti, ormai da diversi anni, dal personale del CRAMA e reso possibile grazie al lavoro dell’Ente Parco dell’Asinara e alla rete di collaborazione messa in atto con pescatori e istituzioni dedite alla salvaguardia del mare.